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Legislazione slava
Le tribù serbe hanno impiegato molto tempo per unirsi. Vivevano in valli separate da alte montagne e si liberarono dal dominio bizantino solo alla fine del XII secolo. La maggior parte delle tribù serbe del bacino della Drina e del Montenegro furono riunite da Stefano Nemanja in uno Stato, che consolidò la sua posizione nel XIII e XIV secolo. Stefano IV. Dušan aggiunse alla Serbia la Macedonia meridionale, l'Albania, la Tessaglia, la zona di Belgrado e altri luoghi. Creò così un grande impero che si estendeva dal Danubio al Golfo di Corinto. Nel 1349 emanò un codice di leggi che codificava i diritti dei feudatari serbi, mentre i servi della gleba venivano liberati e anche i contadini liberi vedevano ridotti i loro diritti.
Nel 1346, a Pasqua, Stefano IV. Dušan fu incoronato zar dei serbi e dei romeni (greci) a Skopje. Il dipinto rappresenta i momenti immediatamente successivi all'incoronazione. Il corteo è aperto dai grandi che portano l'elmo, lo scudo e la spada dello zar e dal cancelliere con il sigillo di Stato. Lo zar, vestito con gli splendidi abiti dell'incoronazione, regge lo scettro, emblema del suo potere. Ragazze con rami spargono fiori sul suo cammino e su quello della zarina. Segue Stefano V. Uroš, il figlio dello zar, che in questo giorno ha ottenuto il titolo di re di tutti i territori serbi e costieri. Dietro di lui segue il Patriarca serbo e il corteo è completato dai sacerdoti, dagli ambasciatori di tutte le corti più importanti d'Europa e dalla nobiltà. Sulle piattaforme rialzate, signore e signori in abiti splendidi lo salutano e rendono omaggio al nuovo Zar Cavaliere ai lati del tempio.
Nel corteo c'è anche l'inviato del re ceco e romano Carlo IV, che ha concluso le sue congratulazioni scritte allo zar Dusan con le parole: "Sono felice di vedere che in questo momento l'intera Europa è nelle mani di due slavi".
Il dipinto si conclude con la figura di una ragazza con un copricapo e una lunga treccia al centro della tela, tipica delle opere Art Nouveau di Mucha, riccamente elaborate.
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