Il lavoro gratuito: il curriculum delle nazioni
L'arretrata Russia zarista iniziò ad avvicinarsi ai Paesi dell'Europa occidentale dal punto di vista politico ed economico solo nel XIX secolo. Il governo, indebolito dalla sconfitta nella guerra di Crimea (1853-1856) e dalle rivolte contadine, fu costretto ad attuare alcune riforme. La riforma dei contadini pose le basi per lo sviluppo industriale del Paese. Senza il lavoro libero non sarebbero stati possibili ulteriori progressi e la servitù della gleba, in cui vivevano 47 milioni di persone, non poteva più essere sostenuta.
Il 19 febbraio 1861, nel sesto anno di regno dello zar Alessandro II, fu approvato un ordine zarista che aboliva la servitù della gleba.
Il dipinto raffigura una fredda mattina di marzo sulla Piazza Rossa di Mosca, davanti alla Cattedrale di Vasilij il Beato. Sullo sfondo, ai lati, si ergono le torri del Cremlino. A destra del tempio - costruito nel XVI secolo dal primo zar di Russia, Ivan il Terribile - si trova la tribuna rotonda dalla quale il 5 marzo 1861 fu proclamato l'ordine dello zar di abolire la servitù della gleba. Dopo la proclamazione, i funzionari se ne andarono. La gente del villaggio e della città rimane in piazza e, come si evince dall'espressione dei loro volti, ognuno comprende la libertà conquistata per i suoi. Alcuni gioiscono per le nuove opportunità, altri non sanno cosa fare.
I primi raggi del sole, che simboleggiano l'alba e la libertà, si fanno lentamente strada tra la fitta nebbia che sovrasta le torri della chiesa di Vassil il Beato. Alfons Mucha dipinse questo quadro nel 1914-1915, dopo essere tornato dal suo viaggio di studio in Russia nel 1913. Cambiò la sua intenzione originaria - dipingere l'abolizione della servitù della gleba in Russia come un glorioso evento storico - perché riconobbe l'oppressione del semplice popolo russo e il suo reale tenore di vita.
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