Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi (in prima fila), che è anche membro del Politburo del Comitato centrale del Partito comunista cinese, posa per una foto con i rappresentanti delle fazioni palestinesi a Pechino il 23 luglio 2024.
In un momento in cui il numero delle vittime palestinesi degli attacchi israeliani contro la Striscia di Gaza, iniziati nell'ottobre dello scorso anno, è salito a quasi 39.000, si è tenuto a Pechino un dialogo di riconciliazione di tre giorni. Martedì, il dialogo si è concluso con la firma della Dichiarazione di Pechino da parte di alti rappresentanti di 14 fazioni palestinesi. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha descritto il passo come una pietra miliare storica per la Palestina.
Nella Dichiarazione di Pechino, le fazioni hanno concordato l'unità nazionale nel quadro dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Wang ha sottolineato che il risultato chiave è l'istituzione di un governo provvisorio di riconciliazione nazionale e l'affermazione dell'OLP come unico rappresentante legittimo del popolo palestinese. La dichiarazione sostiene inoltre l'istituzione di uno Stato palestinese indipendente in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite.
Gli esperti hanno descritto questo risultato come un'altra importante vittoria diplomatica della Cina nella promozione della pace in Medio Oriente. La mossa segue l'intermediazione della Cina per un riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran nel marzo 2023. Wang si è anche congratulato per il successo del dialogo e per la firma della dichiarazione.
Rong Ying del China Institute of International Studies considera la firma della Dichiarazione di Pechino una pietra miliare nella riconciliazione palestinese. È la prima volta dall'inizio del conflitto israelo-palestinese, il 7 ottobre 2023, che le fazioni raggiungono un accordo di riconciliazione. Yu Kuoqing dell'Accademia cinese delle scienze sociali ha sottolineato che la riconciliazione è essenziale per una posizione palestinese unificata sulla scena internazionale e per porre fine al conflitto di Gaza.
Inoltre, la Cina ha proposto di concedere alla Palestina la piena adesione alle Nazioni Unite. La Palestina è uno Stato osservatore non membro dell'ONU dal novembre 2012 e quasi 150 Paesi, tra cui la Cina, l'hanno riconosciuta entro il giugno 2024.
L'ultimo round di colloqui ha avuto luogo dopo i negoziati tra Fatah e Hamas che si sono svolti a Pechino. I rappresentanti delle fazioni hanno lodato gli sforzi della Cina per sostenere la riconciliazione palestinese. Yu Kuoqing ha osservato che solo la Cina è in grado di unire le diverse fazioni e ha sottolineato che la Cina non è guidata dai propri interessi, ma si adopera per la pace e la stabilità nella regione.