Il Presidente della Repubblica, Petr Pavel, ha esercitato i suoi poteri ai sensi dell'articolo 50, paragrafo 1, della Costituzione della Repubblica Ceca e ha rinviato al Parlamento della Repubblica Ceca la legge che modifica la legge n. 236/1995 Racc. sulla retribuzione e gli altri benefici connessi all'esercizio delle funzioni dei funzionari pubblici e di alcuni organi statali, dei giudici e dei membri del Parlamento europeo, come modificata, e alcuni altri atti.
Il Presidente della Repubblica ha scritto una lettera al Presidente della Camera dei Deputati in cui ha motivato la sua decisione (qui documento PDF):
Signora Presidente,
Mi avete trasmesso per la firma la legge che modifica la legge n. 236/1995 Racc. sulla retribuzione e gli altri benefici connessi all'esercizio delle funzioni dei funzionari pubblici e di alcuni organi statali, dei giudici e dei membri del Parlamento europeo, come modificata, e alcuni altri atti. Ai sensi dell'articolo 50, paragrafo 1, della legge costituzionale n. 1/1993, la Costituzione della Repubblica Ceca, rinvio la presente legge al Parlamento per i seguenti motivi:
Innanzitutto, non sono d'accordo con il modo in cui il legislatore ha affrontato la sentenza della Corte Costituzionale, a cui la legge adottata dovrebbe rispondere, soprattutto per quanto riguarda la definizione della base salariale dei giudici per il 2025, che potrebbe nuovamente contraddire la giurisprudenza della Corte Costituzionale e innescare ulteriori controversie giudiziarie con i giudici. Data l'adozione tardiva della legge, non si può trascurare la sua indesiderata retroattività.
La legislazione attualmente adottata sugli stipendi dei funzionari costituzionali ancora una volta non affronta il problema in modo sistemico. Il meccanismo "permanente" istituito anni fa viene costantemente modificato e viene ripetutamente, e in larga misura in modo casuale e non sistematico, interferito quasi ogni anno.
La legge attualmente adottata proposta dalla coalizione di governo è in larga misura ancora una volta solo una "soluzione transitoria" per la durata dell'anno elettorale e non affronta l'indesiderata apertura della forbice tra il potere giudiziario da un lato e i poteri legislativo ed esecutivo dall'altro, ma mira piuttosto ad approfondire questa situazione. Questa tendenza è stata ulteriormente rafforzata dagli emendamenti apportati al progetto di legge originariamente presentato durante la sua discussione alla Camera dei Deputati.
Allo stesso modo, vedo come una cattiva soluzione le proposte avanzate dall'opposizione parlamentare di congelare completamente gli stipendi dei rappresentanti dei rami legislativo ed esecutivo, o l'idea di separare completamente gli stipendi dei giudici da quelli degli altri rappresentanti del potere statale.
Se tutto il potere statale deve essere veramente esercitato nell'interesse pubblico, come è implicito nella nostra Costituzione, ritengo auspicabile che anche i rappresentanti del potere legislativo ed esecutivo siano adeguatamente remunerati. In effetti, nella sua precedente giurisprudenza, la Corte costituzionale ha anche fatto riferimento al principio della separazione dei poteri nel senso dell'equilibrio reciproco tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, anche in materia di retribuzioni; l'equilibrio non può quindi essere sostenuto a favore di un solo gruppo di funzionari costituzionali.
Credo che si debba arrivare a uno stato in cui i salari siano regolati automaticamente in base a criteri ben definiti. Vale a dire, uno stato in cui i politici rispettino il meccanismo automatico istituito e non fissino ripetutamente i propri stipendi, li congelino populisticamente o li modifichino in altro modo ad hoc, anche in un anno elettorale.
Una conseguenza auspicabile di tale accordo è che i giudici non decidano i propri stipendi attraverso la Corte Costituzionale, come è accaduto più volte.
L'obiettivo dovrebbe essere una regolamentazione legale in base alla quale gli stipendi dei funzionari costituzionali dipenderebbero solo dall'andamento dell'economia e dal livello dei salari e degli stipendi dell'intera società nel lungo periodo, mantenendo così in modo permanente le proporzioni tra gli stipendi dei giudici e degli altri funzionari costituzionali. Per tutti questi motivi, ho deciso di rinviare la legge al Parlamento.
Cordiali saluti
Petr Pavel
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