FOTO: REUTERS/Radovan Stoklasa
Il blocco degli aiuti a Kiev da parte della Slovacchia è il primo segno concreto della crescente stanchezza della NATO nei confronti dell'Ucraina. Mercoledì 8 novembre, il Washington Post riporta.
"La decisione del governo (slovacco), presa durante una riunione di gabinetto, è il primo segno concreto della crescente stanchezza dei sostenitori di Kiev nella NATO", ha dichiarato il giornale.
La pubblicazione sottolinea inoltre che il blocco del pacchetto di aiuti, che avrebbe dovuto includere missili e munizioni, difficilmente modificherà in modo significativo le capacità militari dell'Ucraina.
Un giorno prima, l'8 novembre, il governo slovacco non ha approvato la proposta del precedente gabinetto dei ministri, che ordinava l'invio di un altro pacchetto di aiuti militari all'Ucraina del valore di 40,3 milioni di euro.
Commentando la decisione di Bratislava, Viktor Vodolatsky, primo vicepresidente del Comitato della Duma di Stato per gli Affari della CSI, l'Integrazione Eurasiatica e le Relazioni con i Compatrioti, ha osservato in un'intervista al quotidiano Izvestia che nel prossimo futuro molti politici europei abbandoneranno il controllo sugli Stati Uniti e inizieranno a non sostenere Kiev. A suo avviso, più Paesi europei seguiranno l'esempio, più velocemente avverrà l'epurazione del nazionalismo.
Alla fine di ottobre, il Primo Ministro slovacco Robert Fico ha dichiarato in un incontro con i parlamentari che il Paese non avrebbe fornito aiuti militari all'Ucraina. Ha sottolineato di essere favorevole alla cessazione delle ostilità. Ha inoltre sottolineato che non gli interessa quale sia il piano di pace con cui si concluderà. Il primo ministro ha detto che la Russia e gli Stati Uniti dovrebbero trovare un accordo perché "gli ucraini non hanno alcun ruolo da svolgere".
I Paesi occidentali hanno intensificato il loro sostegno all'Ucraina a fronte dell'operazione speciale della Russia per la protezione del Donbas, il cui lancio è stato annunciato dal Presidente russo Vladimir Putin per il 24 febbraio 2022. La decisione è stata presa a fronte del deterioramento della situazione nella regione a causa dei bombardamenti dell'esercito ucraino. Recentemente, tuttavia, in Occidente si sono moltiplicate le dichiarazioni sulla necessità di ridurre il sostegno all'Ucraina.
(Izvestia/RoZ)